Un think tank a Milano per affrontare l’argomento della mobilità in diverse aree: elettrica, autonoma, urbana e condivisa, oltre a porre in evidenza aspetti legati alla data standardization, allo scambio di dati, agli impatti sociali che questi fenomeni avranno e alle nuove competenze.
Questo e tanto altro ha rappresentato l’incontro al quale abbiamo partecipato, organizzato da EY capace di mettere insieme importanti CEO delle aziende Auto, Trasporto e Mobilità, player strategici, che con proposte complete, hanno tracciato il futuro che ci aspetta. Ad aprire l’evento Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia e Managing Partner dell’area Mediterranea e Paolo Lobetti Bodoni, Med Automotive & Transportation Leader di EY.
Di seguito gli aspetti salienti sintetizzati nelle slide della ricerca presentata all’EY Mobility think tank
Prospettiva del mercato
Il nuovo mercato della mobilità non può essere rappresentato con la classica filiera automotive: fornitori, OEM, distributori. E’ un comparto tutto nuovo che come è possibile vedere nella slide sotto è rappresentato ancora per il 45% dall’auto, ma è anche energia, settore pubblico, assicurazioni e, soprattutto, nuovi servizi di mobilità con un dato al momento piccolo ma in fortissima crescita.
Il futuro dell’auto sul lungo periodo
La situazione attuale vede il 98% dell’auto come possesso e il 2% come sharing. Nel 2045, secondo lo studio EY, lo shift verso lo sharing sarà dell’80% e il 70% dei veicoli su strada sarà autonomo. Dati significativi, che hanno nel tasso di adozione delle diverse country un elemento che può fare la differenza, ma che segnano un percorso preciso.
Nel 2030 il costo tra auto elettriche ed auto con motore endotermico sarà equiparabile e nel 2035, in termini di vendite, si arriverà ad un equilibrio tra veicoli elettrici e ibridi rispetto ai veicoli endotermici.
Il ruolo del settore pubblico
Il gettito fiscale legato al mondo dell’auto attualmente è pari a 73 miliardi. Se si proiettano negli anni i tassi di crescita attuali, considerando la penetrazione dell’elettrico e dello sharing, vediamo (linea blu del grafico sotto) che si arriva ad un cumulato di 5 miliardi nel 2023 di gettito cessante. Questo significa che il settore pubblico deve pensare ad un nuovo sistema di fiscalità e soprattutto ad un suo nuovo ruolo.
Se si aggiungono i benefici di alcune regioni o città legate all’acquisto e al possesso di auto elettriche o ibride si arriverà nel 2023 ad avere 9 miliardi di gettito cessante.
Le città
Nel processo di cambiamento giocano un ruolo fondamentale: spazi per progetti pilota sulle nuove forme di mobilità, catalizzatori di collaborazioni tra diversi player della mobilità, privati e pubblici.
Oggi città come Milano rappresentano la perfetta sintesi di best practice di mobilità. La sfida, ambiziosa ma cruciale, sarà quella di estendere le buone pratiche, i progetti di successo al resto dell’Italia. Solo così sarà possibile il vero cambiamento, soprattutto al Sud.
Mobility as a platform
L’immagine sotto mette insieme il concetto di mobilità che cambia e gli elementi che compongono i nuovi veicoli (elettrici, connessi, autonomi). Alla base le piattaforme che integrano i diversi sistemi di mobilità e di pagamento rendendo la vita più semplice a chi si affaccia ai nuovi concetti di mobilità.
Prospettiva cliente – auto
Il 73% dei consumatori continua ad usare l’auto come mezzo principale. Nei prossimi 3 anni, i consumatori, nel 50% dei casi, si aspettano di comprare un’auto elettrica o ibrida.
Ma come si concilia la percentuale del 50% con l’attuale tasso di immatricolazione pari al 3,4%?
C’è un enorme gap dato, soprattutto, dal costo attuale, eccessivo, delle auto elettriche o ibride. C’è un tema infrastrutturale, legato alla carenza di punti di ricarica e, soprattutto, c’è un tema culturale che si auspica venga colmato nei prossimi anni.
Lo sharing
Nelle città, nelle quali operano player che propongono questo servizio, la conoscenza è elevata. Basta spostarsi in città non coinvolte da questo fenomeno per avere un dato opposto.
Mobility as a service
Perché utilizzo certi mezzi? E’ la domanda posta nella ricerca che ha nel fattore tempo l’elemento chiave di risposta.
Lo spostamento da A a B ha nella gestione del tempo, da t0 a t1, la variabile principale che porta gli utenti ad usufruire di una modalità di spostamento rispetto ad un’altra.
Il tempo, in sintesi, è quello che sta più a cuore al consumatore. Un business perché funzioni deve quindi avere al centro l’elemento tempo.
L’esempio presente nella slide, mette in evidenza come l’utente tipo, cittadina o cittadino di una città qualunque, ha una serie di esigenze di mobilità per fare acquisti, appuntamenti e quant’altro. Secondo il concetto di Mobility as a service, sceglierà una piattaforma che la aiuti a scegliere il percorso migliore che ottimizzi tempo ma anche costi.
Ma le esigenze di un consumatore possono essere anche altre, e sono quelle che EY chiama Live as a Service, come ad esempio ricevere del food esattamente nel posto in cui si trova, integrare la sua esperienza retail e tanto altro. Oggi, nella “Prime economy”, guardare al solo concetto di mobilità, per soddisfare le esigente di un utente, sembra essere limitativo.
La perfetta integrazione tra i due concetti Mobility as a service e Live as a Service rappresenta la migliore sintesi per il consumatore.
Come rendere più semplice l’integrazione dei vari sistemi? La proposta di EY è quella di dare la possibilità ai consumatori di avere un’unica identità digitale per i servizi di mobilità, tale da consentire all’utente di passare velocemente da un servizio all’altro, del trasporto pubblico, privato e così via.
Auto elettrica e sostenibilità
In occasione dell’incontro, una prima tavola rotonda ha affrontato il concetto di auto elettrica e sostenibilità con alcuni dei principali rappresentanti del comparto auto:
Daniele Maver, Presidente Jaguar Land-Rover Italia ha sottolineato come le prime auto, agli albori della motorizzazione, fossero elettriche. Successivamente la flessibilità data dal carburante portò il comparto auto verso un’altra direzione, la stessa che ora si sta lentamente abbandonando.
Le auto elettriche nel mondo nel 2018, secondo le stime, saranno 1.6 milioni, il 2017 si è chiuso con 1 milione di auto (totalmente elettriche + plug-in hybrid).
Il settore, secondo le considerazioni di Maver, sta già diventando maturo grazie anche a nuovi traguardi tecnologici legati all’aumento di autonomia.
Viene sempre meno la range anxiety, ovvero la paura di restare per strada senza carica e, in modo inversamente proporzionale, aumenta l’apprezzamento da parte degli utenti dell’auto elettrica.
Una normativa uniforme e non frammentata, standard di ricarica sempre più condivisi e costi sempre più bassi dell’auto porteranno ad un pieno sviluppo nei prossimi anni, dando seguito all’interesse che si manifesta nelle ricerche.
Pietro Innocenti, Managing Director Porsche Italia ha posto l’accento sull’attuale parco circolante in Italia: il concetto di sostenibilità deve passare assolutamente dalla sostituzione dell’attuale parco circolante.
Circa un terzo delle vetture che circolano in Italia sono da Euro 0 a Euro 3. Inquinanti e poco sicure generano un costo sociale ed una esternalità negativa rilevante.
Secondo Innocenti, svecchiare l’attuale parco circolante è la sfida principale, che si può vincere aiutando il consumatore a scegliere vetture nuove o usate meno inquinanti.
Per questo, aggiungiamo noi di mobilitasostenibile.it, sarebbe opportuno intervenire su tutti i touch point che coinvolgono il consumatore automotive digitale nella fase di ricerca della prossima auto, nuova o usata che sia.
Dare un surplus di visibilità e quindi generare più lead per i rivenditori, verso le auto elettriche, ibride, a metano ed euro 6 o 5 (se parliamo di usato), all’interno dei siti dei dealer o dei principali marketplace, (touch point privilegiati da chi cerca un’auto), potrebbe influenzare la scelta, rendendola più sostenibile.
Ivan Vellucci, Direttore ND Mercedes-Benz ha posto l’accento sulla mancanza di incentivi pubblici rivolti all’acquisto di auto meno inquinanti. Sono le sole case costruttrici, ad oggi, quelle che investono il maggior numero di risorse per un cambiamento del parco circolante.
Sarà cruciale il ruolo delle concessionarie che si troveranno, come ad esempio nel caso di smart che dal 2020 sarà solo elettrica, di fronte ad importanti riduzioni di volumi, circa un terzo rispetto a quelli attuali.
Lavorare sulla filiera sarà quindi fondamentale, a valle e a monte delle concessionarie.
Range anxiety
Se da un lato le case costruttrici hanno il compito di sviluppare tecnologie che consentano alle auto di percorrere sempre più km, aziende come Enel, attraverso Enel X, hanno il compito di sviluppare una rete di infrastrutture di ricarica, puntando sia su quelle pubbliche che su quelle private, nelle nostre case.
In ambito pubblico l’Alberto Piglia, Head of e-Mobility Enel X, ha sottolineato l’impegno importante del brand verso l’ampliamento di punti di ricarica in tutta Italia, con circa 7.000 nuove colonnine, contro le 1.200, circa, installate ad oggi.
Il car sharing
Presente all’incontro Gianni Martino, Amministratore Delegato Car2Go, principale operatore di car sharing, che ha raccontato come questo servizio rivesta un ruolo cruciale nel concetto di mobilità.
Il car sharing, sotto certi aspetti, ha cambiato, e sta cambiando totalmente, la mentalità delle persone e del loro approccio alla mobilità. Si pensi, ad esempio, che in città come Milano i quattro principali operatori del car sharing free floating realizzano a settimana più di 100.000 noleggi.
Il car sharing a flusso libero offerto da car2go, si appresta a vivere una nuova rivoluzione, grazie all’utilizzo in futuro di sole auto elettriche anche in città come Milano, dopo l’esperienza già in corso a Madrid.
Gli amministratori locali
Significativa in questo ambito l’esperienza raccontata da Ludovica Carla Ferrari, Assessora Attività Produttive, Turismo e Smart City Comune di Modena, città attiva nel campo della mobilità sostenibile e delle smart city in un territorio contaminato dai car maker più famosi al mondo: Dallara, Ferrari, Maserati, Pagani solo per citarne alcuni.
Ha raccontato come la nota motor valley sta proiettando il concetto di mobilità nel futuro, mettendo insieme costruttori, pubblica amministrazione e centri universitari con l’unico intento di formare gli ingegneri del futuro.
Il comune di Modena è inoltre attivo nel coadiuvare i principali player della mobilità nel fare ricerca e nell’innovare, all’interno di un’area adibita appositamente a questo, mettendo sempre il cittadino al centro della rivoluzione chiamata mobilità del futuro, o del presente.
Per un approfondimento: