RobecoSam, l’agenzia di rating che annualmente effettua una classifica delle società più sostenibili, ha da poco pubblicato il Sustainability Yearbook 2018, rapporto annuale che valuta la performance in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale delle maggiori società quotate nel mondo premiandole con medaglie d’oro, argento, e bronzo. L’analisi 2018 ha preso in considerazione 478 imprese, premiandone 73 come Gold, 78 Silver e 118 Bronze, a seconda dell’importanza delle buone pratiche avviate in tema di sostenibilità. In totale sono state esaminate più di 2.000 aziende, quotate in borsa, di 60 diversi settori in 43 Paesi.
Nel rapporto 2018, è risultata l’Europa campione di sostenibilità sia in termini di aziende incluse che di medaglie ricevute. A seguire area Asia-Pacifico (114 imprese per 14 gold class medal), Nord America (99 aziende con 8 gold class medal) e infine i mercati emergenti (80 aziende per 11 premiati in categoria gold).
A spiccare, tra le aziende che applicano criteri economici, etici, di governance, sociali e ambientali – sostenibili – troviamo alcune importanti aziende italiane:
Hanno raggiunto il livello gold Cnh Industrial, Pirelli e Saipem. Tra i vincitori nella categoria silver troviamo le italiane Prysmian, Telecom e Snam. Quest’ultima, impegnata anche nel campo della mobilità sostenibile e dell’agricoltura sociale, ha ricevuto di recente ulteriori riconoscimenti per l’impegno a considerare la sostenibilità un asset fondamentale delle attività e per l’adozione di una strategia di business integrata in grado di coniugare solidità finanziaria con sostenibilità sociale e ambientale.
Nella categoria bronze in Italia sono state incluse Terna, Stmicroelectronics, Enel, impegnata, ad esempio, nella creazione di colonnine di ricarica per auto elettriche, e Leonardo (ex Finmeccanica).
«Siamo entrati nel periodo del cambiamento – spiega il CEO di RobecoSam Aris Prepoudis – dove gli investitori, i governi, le istituzioni e le aziende stanno iniziando ad affrontare in maniera diretta le sfide globali. Mentre cresce l’interesse nel generare un impatto positivo e diventa più diffusa l’ambizione nel raggiungere i Sustainability Development Goals dell’Onu, il pensiero della sostenibilità non diventa solo più sofisticato, ma anche decisivo da prendere in considerazione per le imprese».
Prepoudis mette in luce anche i cambiamenti positivi che si osservano sul fronte degli investitori: «Quest’anno abbiamo continuato a vedere investitori grandi e piccoli annunciare disinvestimenti da combustibili fossili in grossi gruppi e con volumi storici. Oltre a questo, gli investitori istituzionali stanno chiedendo alle aziende una reportistica più stringente e una disclosure su tutto, dall’impronta di carbonio alla gestione dell’acqua fino a questioni legate al capitale umano, come le differenze salariale in base al genere e la diversità».
S.L.