Strade e autostrade diventeranno smart road e partirà la sperimentazione su strada di veicoli a guida autonoma
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha firmato il Decreto ministeriale previsto per l’attuazione dell’articolo 1, comma 72, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Legge di Bilancio 2018), che autorizza la sperimentazione delle soluzioni tecnologiche per adeguare la rete infrastrutturale italiana ai nuovi servizi smart e per i veicoli a guida autonoma.
Digitalizzazione delle strade
Il decreto Smart Road mira a realizzare un miglioramento della rete stradale nazionale attraverso una sua graduale trasformazione digitale, con l’obiettivo di renderla idonea a dialogare con i veicoli connessi di nuova generazione, anche nell’ottica di rendere possibile l’utilizzo dei più avanzati livelli di assistenza autonoma alla guida, nonché per migliorare e snellire il traffico e ridurre l’incidentalità stradale.
Gli interventi previsiti
Previsti, dunque, gli interventi necessari per la comunicazione dei dati ad elevato bit-rate (es.: fibra), la copertura di tutta l’infrastruttura stradale con servizi di connessione di routing verso la rete di comunicazione dati, la presenza di un sistema di hot-spot Wifi per la connettività dei device dei cittadini, dislocati almeno in tutte le aree di servizio e di parcheggio, un sistema per rilevare il traffico e le condizioni meteo e fornire previsioni a medio-breve termine e una stima/previsione per i periodi di tempo successivi. Sulla base dei dati raccolti, poi, il sistema offrirà contenuti per servizi avanzati di informazione sul viaggio agli utenti, permettendo eventuali azioni di re-routing.
Gli interventi saranno realizzati in un primo tempo (entro il 2025) sulle infrastrutture appartenenti alla rete TEN-T (Trans European Network – Transport) e, comunque, su tutta la rete autostradale.
Successivamente (entro il 2030) saranno attivati ulteriori servizi di deviazione dei flussi, in caso di incidenti/ostruzioni gravi; di intervento sulle velocità medie, per evitare o risolvere congestioni; di suggerimento di traiettorie e corsie; di gestione dinamica degli accessi, nonché di gestione dei parcheggi e del rifornimento (con particolare riferimento alla ricarica elettrica).
Progressivamente, i servizi saranno estesi a tutta la rete dello SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti), così come è stata ridisegnata dall’allegato al Def 2017 “Connettere l’Italia”.
I primi veicoli a guida autonoma sulle strade italiane
Nello stesso decreto è stata prevista la possibilità per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di autorizzare la sperimentazione su strada di veicoli a guida autonoma. In particolare, sono stati individuati i soggetti che possono chiedere l’autorizzazione (costruttore del veicolo equipaggiato con le tecnologie di guida autonoma, nonché istituti universitari e enti pubblici e privati di ricerca), l’istruttoria che deve essere compiuta, le modalità con cui l’autorizzazione viene rilasciata ed i controlli cui è soggetta l’attività di sperimentazione, con lo scopo di assicurare che la sperimentazione venga realizzata in condizioni di assoluta sicurezza.
La situazione nel Sud Italia
Le Smart Road si configurano quindi come l’insieme di infrastrutture stradali che punta ai due obiettivi fondamentali di sostenibilità e miglioramento della qualità della vita, utilizzando, in aggiunta agli strumenti tradizionali, l’innovazione e l’inclusione. La digital transformation delle infrastrutture si configura come un volano per l’intera economia del Paese per la sua capacità di attrarre investimenti importanti – o meglio ancora – per una parte del Paese, quella settentrionale.
La situazione al Sud delle strade resta invece grave. La rete stradale e autostradale in Sicilia, ad esempio, è in condizioni pessime. Sulla Messina-Catania, all’altezza di Letojanni, si viaggia da anni su una sola corsia a causa di una frana che ha interrotto l’autostrada A18 Messina-Catania, ed è notizia di pochi giorni fa che per la frana, ci sono sei indagati per disastro ambientale. Qualche anno prima le interruzioni hanno interessato la Palermo-Catania e continuano ad interessare molte arterie del Sud.
Continua quindi a restare un’Italia a due velocità, con troppe disuguaglianze fra territori e cittadini e con nessun progetto concreto che a breve termine inverta la direzione.
di S.L.
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