General Motors produrrà e commercializzerà due bici elettriche nel 2019. Le e-bike a pedalata assistita saranno dotate di tecnologia proprietaria GM creata presso il centro di ingegneria e sviluppo dell’azienda a Oshawa, Ontario.
GM sta lavorando sulle e-bike dal 2015 attraverso una nuova divisione chiamata Urban Mobility Solutions con all’interno un nutrito team di lavoro con skill trasversali e proveniente anche dalla industry delle biciclette.
Per il brand americano tuttavia non si tratta di una novità. Subito dopo la sua fondazione nel 1908, General Motors assorbì la Rapid Motor Vehicle Company, precursore di GMC, azienda fondata come produttrice di biciclette nel 1897. Lo stesso Louis Chevrolet, co-fondatore dell’omonima casa automobilistica, fu un campione di ciclismo in Francia e, insieme ai suoi due fratelli, creò un’azienda che produceva biciclette a marchio Frontenac.
Le e-bike General Motors
Dal punto di vista tecnico non si conosce molto delle nuove e-bike, si sa però che una delle due sarà pieghevole e che monteranno motori elettrici GM (e non Bosch e Shimano come molte di quelle in commercio).
Avranno potenti luci a led, per garantire sicurezza durante l’utilizzo su strada (la principale preoccupazione di chi valuta l’utilizzo di una bici è il rischio di non essere visti da chi va in auto) e monteranno un motore elettrico per facilitarne l’andatura (la seconda preoccupazione per chi valuta la bici è il sudore).
Manca solo una cosa: il nome del marchio della nuova linea di biciclette elettriche. Per questo GM ha indetto un concorso chiamato “E-Bike Brand Challenge“. Il concorso è alla ricerca di nomi creativi per le bici, con 10.000 dollari destinati al vincitore del primo premio. E per nove secondi classificati, ci sono in gioco 1.000 dollari.
Non si sa ancora nulla sui prezzi dei modelli.
GM non è l’unica casa automobilistica ad offrire biciclette elettriche per coprire la mobilità da “ultimo miglio”. BMW ha introdotto la Active Hybrid, una bicicletta elettrica a pedalata assistita, e l’anno scorso Ford ha depositato un brevetto per la frenata rigenerativa da utilizzare sulla sua Mode Flex e-bike, annunciata per la prima volta nel 2015.
Perché una e-bike General Motors?
Il concetto che sta alla base delle decisioni strategiche dei costruttori di auto sta diventando sempre più vicino al principio di MaaS (mobilità-come-servizio), che si concretizza con l’offerta agli utenti/clienti di soluzioni di mobilità su misura basate sui loro bisogni individuali. E se il bisogno di mobilità passa attraverso l’uso di una bicicletta il fornitore di servizi di mobilità, fino ad oggi famoso in tutto il mondo per le auto, deve essere presente con un prodotto che rispecchi le esigenze presenti e future delle persone.
Una miriade di nuovi servizi innovativi della mobilità, di proprietà di grandi case automobilistiche, sta alimentando questa trasformazione. Basti pensare al bus condiviso Ford Chariot o agli investimenti sempre di Ford in Motivate, il più grande operatore di programmi di bike sharing negli Stati Uniti.
Discorso simile, ed ancora più ampio per Daimler, brand noto a tutti attraverso Mercedes-Benz, che però possiede una infinità di “servizi di mobilià”. Tra i più noti car2go, mytaxi, Flixbus, Taxify, Turo, Via e moovel, una piattaforma che facilita l’integrazione di varie modalità di trasporto in una sequenza di viaggi, con la possibilità di prenotazioni e pagamenti gestiti in un’unica soluzione per tutti gli spostamenti. Questo significa che, per la prima volta, l’accesso facilitato alla modalità o al servizio di trasporto più appropriato viene incluso all’interno di un pacchetto di opzioni di servizi di spostamento flessibili e indirizzati direttamente all’utente finale.
Ed è una rivoluzione!