Due ore di diretta Facebook, con i relatori collegati da remoto, ha inaugurato venerdì 15 gennaio il 2021 di #FORUMAutoMotive. Quello in programma era uno Special automotive webinar con il focus concentrato sul tema di ciò che è attualmente considerata la tecnologia del futuro della mobilità: i veicoli fuel cell alimentati a idrogeno. In prima linea, per passare dai sogni alla realtà, c’è il settore del trasporto su gomma, già pronto ad affrontare una vera rivoluzione epocale per un comparto che rimane altamente strategico.
“Idrogeno, dalle parole ai fatti”, questo il titolo della tavola rotonda il cui scopo era quello di chiarire, con il supporto di esperti, il reale potenziale di una soluzione giustamente considerata risolutiva dal punto di vista ambientale, che tuttavia rischia di essere utilizzata come bandiera politica e ideologica. La filiera del trasporto è pronta, ma senza una strategia mirata e infrastrutture adeguate non si potrà andare da nessuna parte.
“L’elettrico è un mantra al centro dell’attenzione da anni e l’idrogeno può rappresentare un notevole passo in avanti – ha sottolineato Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive -. Il trasporto pesante è il candidato numero uno per passare dalle parole ai fatti, ma ancora una volta infrastrutture e distribuzione latitano. Ci sono soltanto le linee guida. Ma resta da chiarire un elemento sottovalutato della transizione: se lo Stato dovesse rinunciare alle tasse che gravano sui carburanti convenzionali, dove andrà a recuperare i fondi che oggi sono assicurati dalle accise?”
On. Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati: “Il settore ha bisogno di innovazione per ricerca e strategia, quindi è giusto continuare a confrontarsi anche in un momento di difficoltà. Dobbiamo preparare il Paese all’innovazione, la classe dirigente è chiamata a progettare e programmare il futuro per cogliere nuove opportunità di crescita. In questa fase, il recovery plan svolgerà un ruolo molto importante; possiamo ottenere finanziamenti e dobbiamo convogliarli in progetti che coinvolgano l’intera filiera.
Paolo Starace, presidente di Unrae Veicoli Industriali: “Siamo tutti convinti sul fatto che il futuro sarà a emissioni zero. L’impegno per il 2040 indica la direzione e dove convogliare gli investimenti. Già oggi tutte le Case hanno veicoli a idrogeno, le sperimentazioni in tema di fuel cell sono avanzate e i finanziamenti daranno una spinta importante allo sviluppo. Ma serve una coerenza d’azione perché le problematiche e i colli di bottiglia che ostacolano l’elettrico potrebbero ripresentarsi anche con l’idrogeno”.
Gianandrea Ferrajoli, presidente di Federauto Trucks: “Come Federauto Trucks siamo neutrali, diamo il benvenuto a tutte le soluzioni energetiche e siamo in prima linea sulla transizione. Il green new deal è a tutti gli effetti il Piano Marshall della nostra era, segna il vero passaggio dal secolo scorso. Personalmente non credo che nel 2030 il gasolio sparirà e l’elettrico sarà l’unica alimentazione. Lo scenario più verosimile per il settore dei trasporti, a quella data, potrebbe essere questo: diesel pulito ancora oltre il 50 per cento, idrogeno 10 per cento, Lng 15 per cento, il resto elettrico per un uso cittadino”.
Domenico De Rosa, ad del Gruppo Smet, presidente della Commissione Autostrade del Mare di Alis: “Non basta essere innovativi, serve accessibilità, con i costruttori che devono essere garanti di accessibilità. Ma la sostenibilità non deve essere solo ambientale, deve essere anche economica per le aziende. Le concentrazioni di costruttori testimonia che c’è un problema di investimenti. E non bisogna perdere di vista l’intermodalità, con la connessione tra ferroviario e navale. Non investire in questa direzione è un delitto. Servono Idee chiare, pochi progetti ma buoni”.
Gianluca Di Loreto, partner in Bain & Company: “Nella difficile corsa verso la riduzione delle emissioni inquinanti l’industria dell’autotrasporto sta lavorando a diverse alternative tecnologiche. L’idrogeno ed i veicoli dotati di Fuel Cell potranno e saranno una di queste. Le emissioni zero, la elevata densità energetica, la customer journey simile a quella dei motori a combustione la rendono un’alimentazione molto interessante in particolare per alcuni segmenti come il trasporto pesante o le applicazioni speciali. Ma la partita non si gioca solo in casa dei Costruttori: in questo processo sono coinvolti tanti altri attori che dovranno dare il proprio contributo per lo sviluppo continuo di questo tipo di alimentazione, che è già operativa con successo su diversi mezzi ma che richiede ancora un po’ di tempo per il pieno sfruttamento del suo potenziale”.
Cristina Maggi, direttrice H2IT: “Il 2020 è stato l’anno di svolta per l’idrogeno, riconosciuto a livello internazionale il settore chiave per raggiungere gli obiettivi green del 2050. L’Italia si doterà delle strategie necessarie, ci sono linee guida, aspettiamo che si passi ai fatti. È una tecnologia chiave in diversi settori, completamente pulita se prodotta da fonti rinnovabili. I tempi, si spera, potrebbero essere veloci, ma è necessario il supporto a filiera. Per questo servono un piano di sviluppo attuativo, il supporto a progetti concreti e l’allineamento a tutte le iniziative europee”.
Giuseppe Marotta, ad di BeMobility, componente della Euopean Clean Hydrogen Alliance: “Lo stanziamento di risorse legate all’idrogeno in Europa è di circa 2.000 miliardi di euro in fase di distribuzione dei singoli Paesi membri. Sarà importante sincronizzare i progetti e realizzarli in modo razionale per utilizzare i sussidi efficacemente. Oggi l’idrogeno è diviso in tre fasce: grigio, ottenuto da un processo da gas naturale che prevede uno scarto di CO2, che costa circa 2 dollari il kg; blu, con residuo di CO2 stoccato; e verde. Quest’ultimo è quello oggi più interessante, prodotto con un totale abbattimento di CO2 e per questo è anche il più costoso, tra i 5 e i 6 dollari/kg. L’Italia si candida come hub internazionale, come già lo è per il gas; la sfida si gioca sull’abbattimento dei costi, con l’obiettivo di arrivare a 2 dollari/kg per l’idrogeno verde”.
Andrea Ricci, senior vicepresident Filling Stations di Snam4Mobility: “Snam sta investendo per sviluppare la mobilità a gas e a biometano, che rappresentano soluzioni chiave, insieme all’elettrico, per la decarbonizzazione dei trasporti. L’impegno nell’idrogeno è la naturale evoluzione di questa strategia. La tecnologia, per quanto riguarda sia le stazioni di rifornimento sia i veicoli, è già disponibile. Nell’ambito del nostro piano strategico, realizzeremo, entro il 2024, 150 stazioni di rifornimento di gas naturale e biometano, e avvieremo le prime 5 stazioni di idrogeno”.