Il traffico e la mobilità al primo posto nelle priorità degli italiani

“Il traffico e la mobilità – dichiara Roberto Baldassari, Presidente dell’Istituto Piepoli –  sono al primo posto nelle priorità degli italiani (27% degli intervistati). Seguono la sicurezza e la legalità (18%), la gestione dei rifiuti e l’ambiente (16%), il lavoro e l’occupazione (16%)”.

Questi alcuni dati che emergono dalla ricerca condotta dall’Istituto Piepoli relativamente ai bisogni considerati “primari” dalla popolazione italiana.

Luca Masciola, Direttore scientifico del TELMA Lab di Mobility2o, ritiene che la ricerca condotta dall’Istituto Piepoli, confermando la sostanziale sovrapposizione tra bisogni primari e domanda per servizi indichi, inevitabilmente, una linea di azione per le amministrazioni cittadine. “La transizione dai modelli di servizio e di lavoro tradizionali a soluzioni innovative che leghino eco sostenibilità e livelli di servizio soddisfacenti, richiede oramai un approccio olistico. Una visione complessiva delle interconnessioni tra trasformazione della produzione e del lavoro, persona, ambiente urbano ed infrastrutture che consenta anche di individuare i razionali economici di un modello di business che possa far convergere gli interessi dei diversi stakeholder coinvolti. Tale approccio non può, però, allontanare il dibattito da un severo piano di concretezza, proprio per l’urgenza di individuare soluzioni concrete, anche di scala, ai problemi appena descritti; progetti la cui realizzazione si inquadri in orizzonti di breve periodo ed in coerenza con le specificità del territorio di adozione”.

Secondo la ricerca condotta dall’Istituto Piepoli, ad esempio, la priorità che nelle regioni del centro Italia è assegnata al lavoro e all’occupazione (che guida i bisogni percepiti con un 25% rispetto all’8% del nord est e al 12% del nord ovest) è sostituita, nelle regioni del nord est e nord ovest, dai temi della sicurezza e dei trasporti sui quali complessivamente converge più del 50% degli intervistati. La costruzione del consenso intorno alla progettazione di un nuovo modello di sviluppo urbano dovrà considerare le diverse priorità percepite territorialmente e non sottovalutare quanto un serio piano di comunicazione preventivo, basato su dati, prospettive ed obiettivi concreti, possa ridurre possibili interdizioni e freni.

A tal proposito Masciola afferma “TELMA Lab intende contribuire al dibattito sullo sviluppo delle grandi aree metropolitane, concentrando la propria attenzione e la capacità propositiva ed ideativa dei propri associati su uno dei mega trend che già alcune aziende italiane stanno interpretando e vivendo direttamente nella propria organizzazione: un nuovo modello del lavoro , da intendersi come il cambiamento, graduale ma profondo, che si va registrando in ognuna delle dimensioni, sia reali sia simboliche dell’attività produttiva della persona. Per TELMA Lab sarà nell’ambiente urbano che giocheremo la partita della competitività paese: ed uno dei luoghi in cui è possibile generare integrazione di servizi, sviluppo di infrastrutture e innovazione è quello in cui convergono i nuovi lavori e la nuova impresa: un ufficio intelligente in un edificio intelligente di una città intelligente”.

Un ripensamento della mobilità che non includa una profonda rivisitazione dei modelli di organizzazione del lavoro non può che rimanere parziale, e pertanto condannato a non raggiungere obiettivi ambiziosi.“Considerando il tempo e le energie che gli spostamenti verso i luoghi di lavoro generalmente comportano in forma diretta (spostamenti, c.d. ‘commuting’) e indiretta (picchi di traffico, necessità di banda per le comunicazioni, dispersione dei cicli di erogazione dei servizi) – sostiene il Prof. Luca Giustiniano, Professore della LUISS Guido Carli e Direttore del centro di ricerca CLIO – è opportuno immaginare smart cities trovando delle alternative convincenti ai concetti classici di ‘luogo’, ‘spazio’ e ‘tempo’ di lavoro. Come studi recenti suggeriscono occorre fare ricerca su come l’oggetto della attività lavorativa possa essere svincolato dai meccanismi di coordinamento e supervisione tradizionali, che rendono necessaria la presenza fisica nel luogo di lavoro e pertanto generano esigenze logistiche. Tale ripensamento non può limitarsi tuttavia a rendere più ‘smart’ i luoghi di lavoro, ma deve passare attraverso un generale ripensamento del modo in cui le attività possono essere svolte. In un contesto socio-economico che si caratterizza per la maggiore ‘knowledge intensity’ si tratta di comprendere ‘come, dove e a quali condizioni’ sia possibile svincolare le attività organizzative dai luoghi fisici tradizionali, abbinando alle forme di lavoro da remoto sperimentate al momento da molte aziende, ulteriori formule di lavoro in luoghi ad utilizzo temporaneo. Solo tale ripensamento può consentire la progettazione di infrastrutture di tecnologia digitale in grado di erogare servizi intelligenti, nel senso di utili e appropriati e non solo supportati da tecnologie digitali, e al tempo stesso sostenibili”.

“L’elevata attenzione che nel paese converge sul tema del lavoro, 16% su base nazionale che sale al 25% nel centro Italia, sembra quindi indicare – rileva Roberto Baldassari – che un investimento sui nuovi modelli emergenti del lavoro potrebbe consentire di ottenere un equilibrato e sostenibile sviluppo in cui si integrino tecnologia, infrastrutture, urbanistica, mobilità, gestione del patrimonio, sostenibilità energetica, sviluppo del territorio, internazionalizzazione”.

“L’obiettivo dei lavori che TELMA Lab ha avviato con i propri associati e in partnership con l’Istituto Piepoli e l’Università LUISS sarà – come affermato da Carlo Tosti, Presidente del TELMA Lab Board- la progettazione di un modello di intervento tecnologico, architetturale ed infrastrutturale di un sistema di servizi e di un connesso business plan (investimento/costi/ricavi) che suggerisca alle amministrazioni una soluzione alternativa alla valorizzazione residenziale o commerciale del proprio patrimonio o, peggio, al decentramento produttivo o amministrativo. Una soluzione replicabile che possa contribuire al processo di innovazione del tessuto urbano proprio in quanto Hub tecnologico e logistico e all’elevazione del quoziente di competitività ed attrattività delle nostre grandi aree urbane”.

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