Sebigas, un’azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti di biogas e biometano, ha annunciato l’apertura di un nuovo impianto biogas in Puglia. Questo impianto, il primo del suo genere in Europa, sarà alimentato principalmente con la pianta del fico d’india, chiamata Opuntia, insieme ad altri sottoprodotti agricoli.
La realizzazione di questo progetto è frutto di una collaborazione tra Sebigas e Wakonda SpA, una startup agricola innovativa con sede nel leccese. L’obiettivo del progetto è quello di utilizzare terreni precedentemente colpiti dalla piaga della Xylella e abbandonati dai precedenti proprietari. Questi terreni, che non sono adatti per le coltivazioni tradizionali, rischiano di rimanere inutilizzati, ma grazie a questo impianto biogas potranno essere riutilizzati in modo sostenibile.
L’impianto biogas utilizzerà i cladodi, ovvero le pale del fico d’india, insieme alla sansa di olive, alle vinacce, al siero di latte e alla pollina, per una quantità annua totale di circa 16.000 tonnellate. Sebigas fornirà il supporto tecnologico per la progettazione e la realizzazione dell’impianto, che avrà una potenza installata di 300 kW. L’energia elettrica prodotta verrà immessa nella rete, mentre il calore generato sarà utilizzato all’interno dei processi produttivi di Wakonda. Inoltre, il digestato risultante dalla produzione di biogas, che è ricco di sostanze nutritive, sarà utilizzato come fertilizzante per i terreni circostanti. Questo impianto consentirà di evitare l’emissione di oltre 11.000 tonnellate di CO2 in atmosfera ogni anno.
Roberto Salmaso, General Manager di Sebigas, si è espresso con soddisfazione riguardo alla collaborazione con Wakonda e ha sottolineato l’importanza di sviluppare ulteriori innovazioni nel settore del biogas e del biometano per differenziarsi sia a livello nazionale che internazionale.
Anche per Wakonda, questo progetto rappresenta un’opportunità significativa. Andrea Ortenzi, Ceo e Founder dell’azienda, ha affermato che la coltivazione e la trasformazione del fico d’india saranno un modello aperto che consentirà di recuperare terreni abbandonati a causa della Xylella. Wakonda intende anche coinvolgere altri coltivatori locali per offrire opportunità di crescita e lavoro. Inoltre, il CFO di Wakonda, Alessandro Vox, ha sottolineato che il processo di trasformazione del fico d’india consentirà di produrre prodotti per l’alimentazione umana e animale, contribuendo a creare prezzi più competitivi per i clienti.
La coltivazione dell’opuntia offre diversi vantaggi, inclusa la sua capacità di crescere anche in terreni aridi e il suo basso consumo di acqua rispetto ad altre colture come il mais. Inoltre, l’opuntia può essere coltivata anche sotto i pannelli solari, consentendo l’implementazione di sistemi agrivoltaici.
Questo nuovo impianto biogas alimentato dalla pianta del fico d’india rappresenta un importante passo avanti per la produzione di energia rinnovabile e la valorizzazione dei terreni inutilizzati. È un esempio concreto di come l’agricoltura e l’energia possano convergere per creare soluzioni sostenibili e innovative.