Gli autobus autonomi ad alta capacità saranno più efficienti, sicuri e confortevoli rispetto a quelli in uso oggi. Ciò, tuttavia, non garantirà il fatto che i passeggeri li accetteranno. Nella percezione comune degli utenti, infatti, il ruolo del guidatore va oltre quello del semplice controllo del veicolo.
Esperimenti condotti in Lussemburgo dall’E-Bus Competence Center, nell’ambito del progetto Horizon 2020 PAsCAL, hanno dimostrato che l’accettazione da parte dei passeggeri di autobus autonomi senza conducente non dipende solo dalla percezione di una maggiore sicurezza del veicolo (es. rischio di incidente) ma anche da quella della sicurezza personale (es. rischio di essere vittima di un reato).
Lo studio – condotto tra giugno e dicembre 2021 – si è basato su 7 esperimenti che hanno coinvolto 51 pendolari giornalieri che viaggiavano su un autobus di 12 metri.
È stata applicata la metodologia del “Mago di Oz”: il veicolo è stato presentato in modo che i passeggeri erano convinti di viaggiare su un autobus autonomo, senza conducente. Diversi gli scenari di guida sperimentati, inclusi problemi tecnici, viaggi notturni e viaggi da soli. Alcuni scenari includevano l’assistenza digitale, comprese la connessione video e vocale proattiva e reattiva con un centro di controllo.
Il risultato principale degli esperimenti è che, generalmente, i passeggeri accettano la tecnologia e ne apprezzano i vantaggi in termini di sicurezza e ambiente. L’assenza del conducente, però, porta a considerare inferiore la qualità del servizio. Per mitigare questa percezione negativa, sarà, quindi, necessario sviluppare forme di assistenza digitale, compresi i contatti su richiesta con un centro di controllo.
I risultati indicano che, nelle tipiche operazioni diurne con diversi passeggeri a bordo, il supporto su richiesta e proattivo fornito da un centro di controllo potrà rivelarsi sufficiente. Le applicazioni mobili possono fungere da interfaccia personale aggiuntiva tra operatore e i passeggeri. Non possono, però, sostituire completamente i sistemi di bordo, ad esempio per le persone con disabilità, che potrebbero avere un accesso limitato ai dispositivi personali.
Le problematiche relative ai viaggi notturni, quando i passeggeri sono spesso soli nell’autobus, richiedono ulteriori studi. In tali casi, infatti, l’assenza di un conducente sembra rappresentare un problema significativo. Inoltre, in caso di gravi minacce personali o situazioni di emergenza, le soluzioni tecnologiche di comunicazione non sarebbero sempre in grado di fornire il supporto necessario in un lasso di tempo accettabile.
Secondo i test condotti in Lussemburgo, dunque, la tecnologia di automazione, quindi, non sarà la “bacchetta magica” capace di rendere più attraenti i trasporti pubblici. Un autobus autonomo che opera nel traffico misto, condividendo la strada con veicoli autonomi e convenzionali, risulterà solo poco più attraente di un autobus convenzionale. L’automazione dovrà, quindi, essere considerata un fattore che consentirà alle diverse applicazioni di rendere i nuovi mezzi di trasporto pubblico più efficienti, in modo che gli utenti li preferiscano ai mezzi tradizionali.