Le informazioni provenienti dalle scatole nere delineano un nuovo approccio per valutare l’impatto ambientale effettivo di ciascun veicolo, promuovendo una politica di mobilità più equa, socialmente sostenibile e inclusiva.
In contrasto con l’attuale sistema basato sulla classe Euro del motore, la visione presentata oggi a Bruxelles dal The Urban Mobility Council (TUMC) propone un paradigma rivoluzionario. Questo nuovo approccio, più sostenibile, equo e inclusivo, si basa sulla rilevazione del comportamento specifico di ogni singolo veicolo anziché sulla sua classe Euro.
Matteo Laterza, AD di UnipolSai, e Sergio Savaresi, Direttore del Dipartimento Elettronica Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, hanno condiviso questa prospettiva innovativa presso il Parlamento Europeo, alla presenza di rappresentanti chiave dell’UE.
L’iniziativa, organizzata dal TUMC, si inserisce in un momento cruciale per la politica sulla mobilità, considerando le recenti proposte legislative del pacchetto “Fit For 55%” presentate dall’Europa. Inoltre, si colloca nel contesto della COP 28 e anticipa la “Giornata dei trasporti dell’UE”.
Questo approccio, che sposta l’attenzione dalla classe Euro del motore alla rilevazione dettagliata del comportamento dei veicoli, si basa sui risultati dell’E-Private Mobility Index. Questa ricerca, sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Milano, prevede che nel prossimo decennio circa il 70% delle auto a motore endotermico non potrà essere sostituito da veicoli elettrici a causa di diverse ragioni.
La ricerca “Greenbox: l’uso della telematica per un nuovo paradigma di sostenibilità” mette in luce che non tutte le auto Euro 4 sono obsolete, e non tutte le Euro 6 sono virtuose, sfatando alcuni stereotipi.
I risultati, basati sull’analisi di emissioni di 3.000 veicoli immatricolati nel 2022 su tutto il territorio italiano, indicano che la classe Euro non è un indicatore sufficiente. Ad esempio, mentre le emissioni medie totali effettive di CO2 degli Euro 4 sono superiori del 20% rispetto agli Euro 6, il 26% dei veicoli Euro 4 emette meno CO2 rispetto agli Euro 6 quando si analizzano le emissioni effettive.
Il modello proposto riconosce che l’impatto ambientale dipende da come e quanto un veicolo viene utilizzato. Il guidatore gioca un ruolo chiave nelle emissioni prodotte dal veicolo, con stile di guida, velocità media e chilometraggio che influenzano significativamente le emissioni.
L’uso delle scatole nere, ribattezzate come “green box” in questa prospettiva, misura l’effetto serra di ogni veicolo in base a variabili come il tipo di strada, il chilometraggio, la velocità media e lo stile di guida. Questa misurazione può essere estesa ad altre variabili come gli inquinanti e la rischiosità per le persone.
In conclusione, la proposta abbraccia un nuovo paradigma per la misurazione delle emissioni di CO2 delle auto private. Questo modello individualizzato pone al centro del dibattito non solo il motore dell’auto, ma anche il comportamento del guidatore. Sostiene un approccio che non impone la rottamazione basata sulla classe Euro, ma richiede che ogni auto sia dotata di una scatola nera certificata, legata al veicolo, e che ogni guidatore accetti la misurazione del proprio stile di guida e dei chilometri percorsi.