L’American Lung Association ha rilasciato il suo 22° rapporto annuale sullo stato dell’aria. Ha scoperto che 135 milioni di americani respirano aria inquinata che mette a rischio la loro salute e la loro vita.
Inoltre lo studio ha messo in evidenza che le persone di colore hanno il 61% di probabilità in più di vivere in zone inquinate.
Il rapporto mette anche in evidenza che, anche se in alcune parti del paese ci sono stati miglioramenti, con 14,8 milioni di americani in meno che respirano aria inquinata, la minaccia di inquinamento atmosferico da articolato sta comunque peggiorando e quasi 1,1 milioni di americani vivono in aree con livelli malsani di inquinamento da PM2,5 rispetto al rapporto dell’anno scorso.
Le microscopiche particelle PM2.5 provengono da molte fonti come i motori diesel dei mezzi pesanti, le centrali elettriche a carbone, gli incendi e le stufe a legna. I mali che possono causare sull’uomo sono molteplici,, si va dall’asma a cancro ai polmoni. In più possono avere implicazioni sui malati di covid-19.
Ogni anno, il rapporto classifica le città degli Stati Uniti attraverso due categorie di inquinamento atmosferico – inquinamento da particelle a breve termine e inquinamento da particelle per tutto l’anno. 54,4 milioni di americani rientrano nella prima categoria e devono convivere con pericolosi picchi di inquinamento da particelle a breve termine, dovuti principalmente alla combustione di legna e al fumo degli incendi.
20,9 milioni di americani devono vivere con l’inquinamento da particelle per tutto l’anno, la seconda categoria.
Bakersfield, in California, è stata nominata la peggiore città degli Stati Uniti per l’inquinamento da particelle durante tutto l’anno, nonostante sia riuscita a migliorare i suoi livelli di PM2.5 a breve termine. È stata seguita nella lista delle città con le peggiori prestazioni da Fresno-Madera-Hanford e Visalia, entrambe in California.
Fonte: Statista.com