L’inquinamento atmosferico continua ad avere impatti significativi sulla salute della popolazione europea, in particolare nelle aree urbane.
L’esposizione all’inquinamento atmosferico può portare a una vasta gamma di malattie, tra cui ictus, malattie polmonari croniche ostruttive, trachea, bronchi e tumori polmonari, asma aggravata e infezioni delle vie respiratorie inferiori. L’inquinamento atmosferico ha anche un notevole impatto economico, riducendo l’aspettativa di vita, aumentando i costi medici e riducendo la produttività a causa delle giornate lavorative perse in diversi settori economici.
La maggior parte dei cittadini europei, secondo un sondaggio condotto dalla Commissione Europea nel 2019, considera gli impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico come un problema molto serio. Questa preoccupazione si riflette nel crescente coinvolgimento del pubblico riguardo alle sfide dell’inquinamento atmosferico, comprese le iniziative volte a sostenere il monitoraggio della qualità dell’aria e mirate alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso comportamentali sostenibili. (EEA, 2020).
Nel 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato nuove linee guida sulla qualità dell’aria a seguito di una revisione sistematica delle ultime prove scientifiche di come l’inquinamento atmosferico danneggia la salute umana. L’Unione Europea (UE) ha anche emanato direttive sulla qualità dell’aria ambiente, stabilendo nuovi standard per i principali inquinanti atmosferici.
Mappa delle città italiane ed europee più inquinate
In molte città europee l’inquinamento atmosferico è un problema grave, che rappresenta un rischio reale per la salute. L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha presentato una mappa visuale della qualità dell’aria nelle città europee, che permette di verificare quale sia stata la qualità dell’aria negli ultimi due anni nella propria città e di confrontarla con quella di altre città europee.
Nella nuova mappa visuale della qualità dell’aria urbana dell’AEA, le città sono classificate dalla più pulita alla più inquinata sulla base dei livelli medi di particolato fine (PM2,5) degli ultimi due anni.
Dal 2019 al 2020 le tre città europee più pulite in termini di qualità dell’aria sono state Umeå (Svezia), Tampere (Finlandia) e Funchal (Portogallo), mentre le tre più inquinate sono state Nowy Sacz (Polonia), Cremona (Italia) e Slavonski Brod (Croazia).
Delle 323 città che figurano nella mappa, 127 hanno una qualità dell’aria classificata come buona, nel senso che è al di sotto degli orientamenti sanitari per l’esposizione a lungo termine al PM2,5 – pari a 10 microgrammi per metro cubo d’aria (10 μg/m3) – fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
In conformità delle politiche volte a promuovere l’aria pulita in Europa, l’Unione europea ha fissato un valore limite annuale per il PM2,5 pari a 25 μg/m3. La mappa visuale considera la qualità dell’aria a lungo termine molto scarsa quando i livelli di PM2,5 sono pari o superiori a tale soglia; rientrano in questa categoria cinque città (situate in Polonia, Croazia e Italia).
Il particolato fine è l’inquinante atmosferico con la maggiore incidenza sulla salute in termini di morti premature e malattie. La mappa fornisce informazioni sulla qualità dell’aria a lungo termine in ciascuna città. L’esposizione a lungo termine al PM2,5 causa malattie cardiovascolari e respiratorie.
Classifiche città più inquinate e morti per PM2,5
Brescia e Bergamo hanno il tasso di mortalità da particolato fine (PM2.5) più alto in Europa. Nella top ten anche Vicenza (al quarto posto) e Saronno (all’ottavo).
E’ il risultato di uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero, pubblicato su The Lancet Planetary Health e finanziato dal ministero per l’innovazione spagnolo e dal Global Health Institute.
Lo studio analizza anche la mortalità da biossido di azoto (NO2), con Madrid la città con maggior numero di decessi in Europa, e Torino e Milano rispettivamente al terzo e quinto posto. I risultati mostrano che 51mila morti premature da PM2,5 e 900 da NO2 potrebbero essere evitate ogni anno, se le città prese in esame riducessero i livelli dei due inquinanti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). I dati per ogni città sono consultabili sul sito www.isglobalranking.org.
Applicando le linee guida Oms sul PM2,5 a Brescia potrebbero essere evitati 232 morti l’anno e a Bergamo 137. Facendo lo stesso con l’NO2 a Torino, ci sarebbero 34 decessi in meno, e a Milano 103.
European Air Quality Index: qualità dell’aria in tempo reale
Messaggi chiave
- Nonostante i miglioramenti, l’inquinamento atmosferico è ancora una delle principali preoccupazioni per la salute degli europei. Il luogo in cui vivi ha un impatto sui rischi a cui sei esposto.
- Nel 2019, l’inquinamento atmosferico ha continuato a causare un onere significativo di morte prematura e malattie in Europa. Nei 27 Stati membri dell’Unione europea, 307.000 morti premature sono dovute all’esposizione al particolato fine.
- Il Piano d’azione Zero Pollution fissa l’obiettivo di ridurre il numero di morti premature dovute all’esposizione al particolato fine del 55% entro il 2030, rispetto al 2005. Rispetto al 2005, nel 2019 le morti premature attribuite all’esposizione al particolato fine sono diminuite del 33% nell’UE-27.
- Se le nuove linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria per il particolato fine fossero state rispettate in tutta Europa nel 2019, ciò avrebbe comportato un calo del 72% delle morti premature in tutta l’Unione europea rispetto ai livelli del 2005.
- Nel 2019, le emissioni di tutti i principali inquinanti atmosferici nell’Unione europea hanno continuato a diminuire nonostante un aumento della produzione interna lorda.