Covid-19: boom dell’uso della bicicletta e della spesa per infrastrutture per ciclisti

In Europa, alcuni paesi hanno già da anni investito molto nelle infrastrutture ciclistiche. Paesi Bassi e la Danimarca i due esempi più degni di nota. La pandemia di Covid-19 ha ora costretto altri paesi a seguire l’esempio, poiché le persone evitano i sistemi di trasporto pubblico sovraffollati e utilizzano le biciclette. Questo ha portato a grandi affari per i produttori di biciclette e a gravi carenze infrastrutturali segnalate dai sempre maggiori utilizzatori dei mezzi a due ruote.

I governi si stanno muovendo per installare le infrastrutture necessarie a sostenere l’improvviso boom della bicicletta. Iniziative che prendono forma attraverso piste ciclabili convenzionali, aree prive di automobili e misure per la riduzione del traffico, con 34 delle 94 città più grandi dell’UE che hanno annunciato di aver intrapreso una qualche forma di azione.

In effetti, dall’epidemia di Covid-19 sono stati spesi più di 1 miliardo di euro per le infrastrutture ciclistiche in tutta Europa, con oltre 1000 chilometri realizzati finora.

Quali sono i governi che stanno spendendo più soldi per sostenere i loro ciclisti?

I dati della Federazione Europea dei Ciclisti forniscono un’interessante panoramica dei paesi che hanno speso di più per la bicicletta durante la pandemia. La Finlandia ha speso 7,76 euro a persona per la bicicletta, seguita dall’Italia (5,04 euro a persona) e dalla Francia (4,91 euro a persona).